La Torre del Mangia
La Torre del Mangia, che si innalza sul lato sinistro del Palazzo Pubblico di Siena, con la pianta quadrata di sette metri di lato per quasi due di spessore e, con il suo sviluppo di quasi 87 metri sulla quota del Campo e 102 metri fino al parafulmine, è tra le torri antiche più alte in Italia.
La Torre del Mangia, che si innalza sul lato sinistro del Palazzo Pubblico di Siena, con la pianta quadrata di sette metri di lato per quasi due di spessore e, con il suo sviluppo di quasi 87 metri sulla quota del Campo e 102 metri fino al parafulmine, è tra le torri antiche più alte in Italia.
Torre del Mangia
Storia e Architettura
La Torre del Mangia trae il proprio nome dal campanaro Giovanni di Balduccio, noto in città per essere un grande scialacquatore di denaro che gli valse l’appellativo di Mangiaguadagni o più semplicemente Mangia.
Secondo le cronache medievali, le sue fondamenta sarebbero state gettate nell’autunno del 1325, ma le fonti documentarie attestano i primi pagamenti solo a partire dal 1338.
È costituita da un sottile fusto in laterizio e da un coronamento formato da una doppia corona merlata, denominata rocca, realizzata in travertino e pietra scura a ricordo del bianco e nero della balzana, simbolo del Comune di Siena.
Alla costruzione della Torre hanno partecipato numerosi tecnici succedutisi negli anni. Si ricordano lo scultore e architetto senese Agostino di Giovanni e i fratelli perugini Minuccio e Francesco di Rinaldo, che dal 1341 al 1345 ricevono frequenti pagamenti da parte del Comune di Siena per portarne a termine i lavori. Meno credibile è invece l’ipotesi di una sua progettazione da parte del pittore Lippo Memmi.
La Torre è probabilmente completata già il 18 dicembre 1344, sebbene vi siano attestati lavori fino al 1349, anno in cui risulta istallata una grande campana, il cui suono doveva essere avvertito nell’intera città.
Dal 1360 il Comune di Siena decide di porvi un orologio sostituendo la battitura manuale con quella meccanica. Il nomignolo Mangia, attribuito al suo primo campanaro, è così trasferito, per consuetudine, all’automa in legno con un martello in mano che verso la fine del Trecento è issato in cima alla torre per battere le ore.
Nel 1425 è realizzato un nuovo automa in ottone, poi sostituito nel 1766 da uno in travertino opera dello scultore fiorentino Angiolo Bini, rimosso dalla Torre nel 1780 e oggi esposto all’interno del Cortile del Podestà.
Dal 1666 troneggia sulla rocca una grande campana del peso di 6.764 Kg. denominata dai senesi Sunto (dal nome di Maria Assunta cui era dedicata) o, per la sua consistente mole, Campanone. La sua inconfondibile sonorità grave e roca è dovuta ad una fenditura apertasi sul bordo inferiore nel 1831 e, ancora oggi, con i suoi rintocchi accompagna tutti i momenti più importanti della vita cittadina, soprattutto quelli legati al Palio.